mercoledì 15 ottobre 2008

L'oratorio rupestre del Monte Climiti

Tracce di storia minore sugli altipiani iblei


Quando si parla di Siracusa, si pensa subito ai fasti della Siracusa greca. Tutta l'area è stata però particolarmente vivace sia in epoca precedente (preistorica) che successiva (medievale).
Gli amanti della natura e dell'archeologia possono passare piacevoli giornate ad esplorare il territorio siracusano alla ricerca degli innumerevoli oratori rupestri, a volte decorati con incisioni o affreschi, che costellano, in particolar modo la zona dei Monti Iblei.
Alcuni sono più famosi di altri, ad es. la grotta dei santi di Castelluccio o gli oratori rupestri di Pantalica. Si può però ben dire che praticamente in ogni cava si trova un piccolo oratorio scavato nella roccia che, magari, in secoli più recenti, venne riutilizzato come abitazione o stalla.
A ridosso della città si trova il monte Climiti (non si sa con esattezza da dove derivi il toponimo, secondo alcuni dalla forma bizantina "scala" e, effettivamente in quella zona vi è una scala intagliata nella roccia), dal quale si gode un panorama mozzafiato.
Li, in una vasta area privata, si trovano i resti di un castelluccio di epoca medievale e, nello sperone roccioso sotto di esso, un piccolo oratorio di cui si è persa la memoria. I proprietari del fondo in genere sono disponibili a farvi accedere gli escursionisti.
Per quanti amano andare "a caccia" di queste chiesette di epoca bizantina, un testo di riferimento è "Le chiese rupestri del siracusano" di Aldo Messina, purtroppo ormai fuori commercio e di difficile reperibilità.
Tra l'altro vi si trova qualche interessante notizia anche sul nostro oratorio, indicato come la "grotta anonima del monte Climiti", in quanto non è mai stato identificato a quale santo fosse dedicata. Sebbene non siano state fatte ricognizioni archeologiche approfondite, sembra che non vi fossero in zona insediamenti abitativi coevi all'oratorio. Ciò fa ipotizzare al Messina l'esistenza di un eremitaggio. All'interno della grotta che ha pianta ovale si notano ancora tracce di un altare e di una banchina laterale.
Vi sono anche tracce di dipinti, purtroppo in pessimo stato di conservazione e oggi irriconoscibili. Si riconoscono ancora delle fasce gialle e rosse e una figura che potrebbe essere quella della Vergine. Di più purtroppo non è più possibile dire o vedere oggi di questo piccolo episodio di storia locale.
Photo Credits: La foto dell'interno dell'oratorio è di Diego Barucco (Siciliafotografica), quella dell'affresco è di Sebastiano Leggio (Hermes Archeologia e Turismo)
Per quanti volessero avventurarsi nella ricerca dell'oratorio, inseriamo anche un riferimento cartografico:


Bibliografia:

- A. Messina, Le chiese rupestri del Siracusano, ISSB - Palermo

- G. Agnello in Scritti in onore di S. Caronia, Palermo 1966
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