lunedì 20 febbraio 2012

Noto 2012, un anno di eventi programmati

Cattedrale di Noto (© www.sicilystockphoto.com)
Per certi versi, la città di Noto, rappresenta un unicum in Sicilia. Per una volta non ci si riferisce nè ai meravigliosi monumenti barocchi e tantomeno alle bontà gastronomiche bensì alla voglia di fare turismo organizzato e di incentivare anche il turismo fuori stagione. A dimostrarlo basta il fatto che il comune ha pubblicato negli ultimi giorni l'intero programma di eventi previsti per il 2012. Magari a qualcuno dei lettori potrebbe sembrare una cosa abbastanza scontata, ma, purtroppo, non lo è in Sicilia, dove neache comuni che vivono di turismo come Taormina, riescono a programmare con grande anticipo i propri eventi.
Sapere in anticipo in quali giorni si svolgerà un determinato evento è un grande aiuto per il turista così come per l'albergatore o il tour operator che possono, in conseguenza di ciò, programmare al meglio la propria offerta.
Tra gli "highlights" del 2012 figura ovviamente l'Infiorata (dal 18 al 20 maggio 2012) che da alcuni anni viene inserita nel più vasto programma della "Primavera Barocca" che comprende eventi ogni fine settimana e tra questi anche la Festa dell'Alveria per il rilanciare il sito archeologico di Noto Antica. Ad aprile il comune aderisce alla "Settimana della Cultura" (dal 14 al 22 aprile 2012) che permette l'accesso gratuito a numerosi siti oltre ad una serie di altri eventi collaterali. A giugno è da segnalare "Heloros" (dal 16 al 24 giugno), un altro evento di archeologia volto a valorizzare l'antico sito archeologico. A partire da luglio prendono il via i tanti eventi estivi che, soprattutto la sera, allieteranno le serate dei visitatori della città. Fino al 15 luglio si svolgerà "Le notti di Giufà" con balli, spettacoli e la notte dei concerti. A partire dal 15 luglio e fino a metà settembre si svolgerà "Effetto Noto" un grande contenitore di eventi tra cui jazz, teatro, cinema, NotoMusica e NotoArte.
Palazzo Ducezio (© www.sicilystockphoto.com)
Dal 24 novembre al 2 dicembre vi sarà la quinta edizione di "Volalibro", l'originale festival della cultura per ragazzi. Infine, dall'8 dicembre 2012 all'8 gennaio 2013 sarà la volta di "Invito a Noto" che comprende tutte le manifestazioni del periodo natalizio.
Come non farsi tentare da una simile serie di eventi che impreziosiscono ancora di più la splendida cittadina patrimonio Unesco ?
Il calendario completo, aggiornamenti e i dettagli degli eventi (disponibili in seguito) sono consultabili sul sito del comune di Noto.

lunedì 13 febbraio 2012

Una ricostruzione 3D della torre di Vendicari

Torre di Vendicari 3D (Ricostruzione: NoReal)
Visitando l'area naturalistica protetta di Vendicari, nei pressi di Noto (SR), una delle prime strutture che salta all'occhio del visitatore è l'antica torre medievale, posizionata in riva al mare, accanto alla tonnara. Si tratta di una delle tante torri che in antichità facevano parte della rete di avvistamento dei pirati che circondava la Sicilia. Grazie a questa struttura, le navi nemiche venivano avvistate in tempo e con un sistema di segnali di fumo di giorno o di fuochi, di notte, le informazioni potevano arrivare in poche ore da un capo all'altro dell'isola. Alcuni anni fa è stato realizzato al computer un interessante documentario con una ricostruzione 3D della torre nelle sue varie fasi costruttive. Tale filmato è oggi visionabile dai visitatori all'interno del centro visitatori della riserva di Vendicari. Qui di seguito è possibile vedere un breve trailer del filmato, realizzato dalla NoReal, la società che ha curato il documentario. Sul sito dell'assessorato regionale ai beni culturali è invece possibile visionare l'intero documentario sulla torre medievale di Vendicari, della durata di circa 8 minuti.




martedì 24 gennaio 2012

Strumenti online per tradurre in Inglese

Capita sempre più spesso di dover tradurre dei contenuti o degli articoli in lingua inglese e, contrariamente a quanto si faceva un tempo, anzichè armarsi del tradizionale dizionario, ci si rivolge ad internet. Se però ci illudiamo di trovare un sito o un software nel quale inserire il nostro testo in italiano per ottenerne la corretta traduzione in inglese, prendiamo un grosso abbaglio. La qualità degli attuali motori di traduzione è ancora ben lontana dal poter restituire traduzioni corrette nel senso e nella grammatica e questo vale anche per i software più quotati, come ad es. Babylon. Il metodo migliore è usare una serie di strumenti che internet ci mette a disposizione.
Il classico Google Translate può essere una base di partenza anche se  molto spesso prende delle incredibili cantonate. Per verificare l'esatta corrispondenza delle parole tradotte è molto meglio affidarsi ad un dizionario online, uno dei migliori in circolazione è il Sansoni, utilizzabile gratuitamente sul sito del Corriere della Sera. Anche il sito Wordreference offre dei dizionari online. E per la composizione della frase ? Il sito del famoso traduttore Babylon mette a disposizione un traduttore online gratuito in numerose lingue. Anche in questo caso bisogna prendere il risultato con le pinze e non sottoporre frasi dalla struttura troppo complessa. Spesso, ad esempio, il traduttore compie errori sulle preposizioni. Per questo ci viene in soccorso un ulteriore sito, Ginger. Si tratta di un correttore grammaticale in lingua inglese. Inserita la frase di partenza, il sito ci restituisce la frase corretta evidenziando gli errori. Ulteriori migliorie al nostro testo possono essere effettuate consultando dei glossari specialistici. Il sito per traduttori Proz ne mette ad esempio a disposizione parecchi. Infine per casi particolari e dubbio, sulla rete si trovano numerosi forum dedicati alla lingua inglese, dove dei madrelingua sono sempre disponibili a dare delucidazioni su dubbi particolari.
Insomma, la strada per le traduzioni automatiche è ancora lunga, ma, utilizzando al meglio i vari strumenti che internet ci mette a disposizione, è possibile ottenere dei testi di una certa affidabilità.

lunedì 16 gennaio 2012

Patrimonio non valorizzato: il caso Pantalica

Come non valorizzare un sito Unesco

Veduta di Pantalica (foto: S.Leggio/Sicilystockphoto.com)
L'erba alta impedisce una buona visibilità del sito Unesco
Senza alcun dubbio la provincia di Siracusa, grazie alle sue bellezze naturalistiche, artistiche ed archeologiche di grande rilievo, possiede una grande attrattiva turistica (potenziale) nel panorama nazionale. La graduale dismissione del polo industriale, basato sulla petrolchimica, che per decenni ha sostenuto l'economia del territorio, ha negli ultimi tempi riacceso una vivace discussione sul futuro turistico o industriale della zona. Siracusa ha tutte le carte in regola per fare del turismo il proprio asso nella manica, nonostante ciò, continuano a registrarsi clamorose occasioni perdute o poco sfruttate, spesso per la pachidermica burocrazia o per semplici contrapposizioni politiche. Un interessante case-study in questo senso può essere fornito dal sito archeologico e naturalistico di Pantalica. L'altipiano di Pantalica è ubicato in una posizione mozzafiato, tra le alti pareti della valle dell'Anapo (zona naturale protetta) e presenta al suo interno importantissimi resti archeologici della tarda età del bronzo. In particolarmente una enorme necropoli scavata nella roccia, tanto da renderla simile ad un alveare ed i resti di un enorme edificio megalitico preistorico (l'anaktoron), un vero unicum nel panorama siciliano. Tale ricchezza ha valso a Pantalica già nel 2005 l'inserimento nei siti patrimonio dell'umanità, stilata dall'Unesco. Questo si è tradotto in una sempre maggiore fama del sito non più limitata ai soli appassionati di archeologia ma ad un pubblico più vasto, di turisti di passaggio, spesso anche stranieri. Eppure, a numerosi anni dal conferimento del prestigioso titolo Unesco, la valorizzazione turistica (ed il conseguente ritorno economico per il territorio), sembra ancora essere all'anno zero, bloccati in infinite discussioni fatte di tavoli tecnici e incroci di competenze (per citare un noto comico contemporaneo  "abbiamo dimenticato il foglio del come"). Pantalica continua ad essere un sito richiesto e visitato da italiani e stranieri, ma questo, senza merito di nessuno, grazie alla sua unicità e nonostante l'assoluta mancanza dei servizi minimi indispensabili che un turista si aspetta di trovare.
Tramonto all'anaktoron (foto: S.Leggio/Sicilystockphoto)
Si parte dalla viabilità e dalla segnaletica, assolutamente scarsa. Oggi Pantalica può essere raggiunta da due direzioni opposte: Sortino e Ferla, divise da una cava. La segnaletica stradale presente è scarsa e confusionaria non consentendo al guidatore di avere ben chiara la propria destinazione finale. In molti casi disorganizzazione ed eccessi campanilistici fanno da padrone. Una delle strade di accesso a Ferla è stata ad esempio per lungo tempo chiusa al traffico prima ed agli autobus dopo. La segnaletica per un eventuale bus turistico era però irrimediabilmente posta all'ultimo momento, quando ormai non vi erano più possibilità per i visitatori di tentare un'altra strada. Allo stesso modo risultavano vane le possibilità di chiedere informazioni telefoniche presso gli uffici comunali. Un numero verde unico non sarebbe che un primo passo per rendere questo sito più tourist-friendly. Ritornando alle considerazioni viarie, la cosa si complica ulteriormente nel caso dei grandi pullman turistici. A causa della scarsa segnaletica questi rischiano di finire bloccati in strade troppo strette, senza possibilità di svolta: una situazione senza dubbio incresciosa. Se poi non si dispone di un mezzo proprio e si volesse raggiungere la zona con mezzi pubblici, l'impresa è praticamente impossibile. Non esistono servizi pubblici che vadano oltre il centro abitato di Ferla o Sortino, a parecchi chilometri dall'area archeologica. Un serio piano di valorizzazione prevederebbe, almeno in alta stagione, un servizio navetta a ciclo continuo che facesse la spola tra i due comuni e l'area archeologica. Da un paio di anni  la provincia di Siracusa ha proposto un servizio taxi che all'atto pratico si limita soltanto ad un tariffario di corse private su richiesta dei clienti.
Abbandono ai punti accoglienza (foto Sicilystockphoto.com)
Veduta della necropoli (foto: www.sicilystockphoto.com)
Da anni, in compenso, si discute su chi e come dovrà gestire il sito senza arrivare ad una soluzione. E' così che sono stati comiciati ad entrambi gli accessi dei lavori per dei centri visitatori ma questi sono ormai bloccati da tempo e quanto fatto è stato vandalizzato. Allo stato attuale, chi arriva da Sortino trova un centro visitatori ancora chiuso e un un info point dotato di servizi igienici mai aperto e gravemente danneggiato. Dal lato di Ferla, analogamente, il completamento di un punto di accoglienza turistica, poco prima della Sella di Filiporto, sembra ancora in alto mare. Il risultato è che visitatori o gruppi, arrivati a Pantalica si trovano sperduti nel nulla, in un sito assolutamente privo qualsiasi servizio. Si salvano soltanto alcuni cartelli e pannelli informativi collocati alcuni anni or sono e, saltuariamente, nel periodo estivo, l'assistenza e gli opuscoli distrubuiti dal personale del corpo forestale in servizio nella zona. La manutenzione dei sentieri naturalistici ed il taglio dell'erba viene fatta in maniera saltuaria impedendo di vedere con chiarezza i contorni di importanti ma poco elevati resti archeologici come l'anaktoron, il palazzo del principe che specie in primavera ed estate scompare nell'alta vegetazione. Come già accennato poco prima mancano del tutto servizi igienici e aree di ristoro che sono praticamente indispensabili  in un sito che con l'arrivo dell'estate diviene incredibilmente caldo per l'assenza totale di alberi ed ombra. Le poche iniziative private a ridosso di Pantalica hanno avuto negli ultimi anni alterne vicende, probabilmente anche in attesa di una valorizzazione che non è mai cominciata. Di fronte a questa mancanza di qualsiasi servizio, misteriosamente però si combatte da anni per la realizzazione di una passerella pedonale sul fiume Calcinara. Un'opera, questa, che se fatta con la giusta dose di estetica e compatibilità ambientale aggiungerebbe uno spettacolare passaggio panoramico al sito, un sicuro fattore di richiamo turistico. Resta però il fatto che alla luce degli scempi paesaggistici compiuti dagli amministratori siracusani nei decenni passati sono in molti a temere il risultato finale, anche in virtù dei pochi schizzi apparsi in questi anni sui giornali. Basti pensare che giusto qualche decennio fa si è scampati alla costruzione di una strada che varcasse il canyon. Tale strada, oggi interrotta dalla cava, risulta addirittura completa in alcune cartografie non aggiornate. Resta però il fatto che, con ogni probabilità, il ponte aggiungerebbe pochi vantaggi in termini di fruibilità del sito. Un qualunque visitatore proveniente dall'accesso di Sortino, che varcasse questo ipotetico ponte per raggiungere il lato di Ferla, si troverebbe infatti ancora molto lontano da resti importanti come l'anaktoron e cercherebbe (invano) un bus navetta. Di contro, se il nostro ipotetico visitatore fosse più incline alle lunghe camminate, avrebbe decisamente evitato il ponte per optare per il panoramico sentiero che scende verso il torrente Calcinara e consente di guadare il corso d'acqua. 
La valorizzazione passa poi anche per altre strade. Tra queste l'esposizione dei reperti trovati nel sito. Basterebbe anche una selezione di reperti minori, di cui probabilmente abbondano i magazzini del museo per creare un antiquarium in corrispondenza di uno dei (progettati) centri visitatori oppure nelle città di Sortino o Ferla. In breve tempo un tale antiquarium diventerebbe un richiamo sicuro ed una tappa obbligata per una completa visita a Pantalica. E dove mancano i reperti, la moderna tecnologia permette facilmente di integrare "ciò che non si vede" tramite documentari e ricostruzioni 3D. Un'esperienza analoga, ad esempio è stata fatta, sempre a Siracusa, per la torre di Vendicari presso il locale centro visitatori. 
Infine non bisogna dimenticare che il turismo oggi è fatto anche di promozione tramite internet (inesistente) e di merchandasing e gadget. Cartoline, guide, magliette e cappellini rappresenterebbero un sicuro introito per i commercianti della zona ed al contempo un ulteriore veicolo pubblicitario per Pantalica. Provate a visitare qualche altro sito in giro per il mondo (ad es. Stonehenge, giusto per citarne uno) per averne conferma. Insomma, le potenzialità di Pantalica sono enormi e l'interesse da parte dei viaggiatori è grande. Idee chiare e un po' di azione permetterebbero finalmente di trarre vantaggi da questo grande patrimonio archeologico e naturalistico.

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