giovedì 24 aprile 2008

La colonna dorica

Guardiamola con attenzione



Il dorico è uno dei tre ordini architettonici dell'antica Grecia. Imparato a menadito fin dai tempi della scuola dell'obbligo... ci siamo mai soffermati a guardarne una colonna con un po' di attenzione.
La colonna dorica poggia direttamento sul piano di calpestio del tempio, sullo stilobate. A distinguerla dall'ordine ionico e corinzio sono sia le caratteristiche del fusto che quelle del capitello. E' invece priva di base.
Il fusto è generalmente rastremato verso l'alto e prima del capitello troviamo il collarino (formato da una decorazione ad anelli concentrici).
Già in questo tipo di colonna era presente una correzione ottica: l'entasi, posta all'incirca ad un terzo della sua altezza. Si tratta di un lieve rigonfiamento che serve a non farla sembrare sottile in maniera innaturale.
Le scanalature della colonna dorica sono a "spigolo vivo": ad ogni scanalatura ne segue subito un'altra.
Tra la colonna e la trabeazione è posto il capitello, formato dall'echino, un elemento di collegamento dal profilo curvilineo e dall'abaco quadrangolare su cui poggia l'architrave.
Le colonne del periodo arcaico raggiungono un'altezza di sei volte il diametro massimo. In periodi successivi l'altezza può essere anche di sette otto volte il diametro massimo. Vitruvio, nel suo "De Architectura" parla di 7 volte il diametro. Specifica inoltre 20 scanalature piane o concave ma in ogni caso a spigolo vivo. Le dimensioni del capitello devono invece corrispondere a 1/2 del diametro.


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