venerdì 8 febbraio 2008

Cicerone racconta la ricerca della tomba di Archimede





Tratto da "Tusculanae Disputationes" di Cicerone


”Quando ero questore in Sicilia cercavo la tomba di Archimede. I Siracusani la ignoravano e negavano financo che esistesse; io scopersi il suo sepolcro tutto circondato e rivestito di rovi e pruni. Ricordavo alcuni senari di poco conto, che sapevo trovarsi iscritti sulla sua tomba: dicevano che sulla sommità del sepolcro era posto una sfera con un cilindro. Un giorno scrutavo ogni angolo con lo sguardo e scorsi una colonnetta che non sporgeva molto dai cespugli su cui stava l’effige di una sfera e di un cilindro.
Subito dissi ai Siracusani – si trovavano con me i più ragguardevoli cittadini – che pensavo si trattasse proprio di ciò che cercavo. Si mandò molta gente con falci ed il luogo fu ripulito e sgombrato. Quando fu aperto l’accesso, ci avvicinammo al lato frontale del piedistallo: un’iscrizione quasi dimezzata, i cui versi si erano corrosi verso la fine di ciascuno. Così una fra le più celebri città della Grecia e, una volta, anche fra le più dotte, avrebbe ignorato l’esistenza della tomba del suo più geniale cittadino, se non gliel’avesse fatta conoscere un uomo di Arpino”.

domenica 3 febbraio 2008

La catacomba del Molinello


Più si percorre il territorio siracusano e più ci si rende conto quanta sia incredibile la sua ricchezza di storia e di vestigia archeologiche.

La provincia sud di Siracusa offre delle bellissime mete turistiche, naturalistiche e balneari. Molto meno rinomata è la zona nord che, a partire dagli anni '60 ha subito lo scempio industriale. Una costa ed un mare da favola sono stati irrimediabilmente distrutti da uno dei poli petrolchimici più grandi d'Europa.

Eppure, anche in piena zona industriale, cercando con un po' di attenzione e, magari, tappandosi occhi e naso per non vedere e non odorare, saltano fuori resti di un passato lontano.

Pochi chilometri prima di arrivare ad Augusta sbocca in mare il fiume Molinello. Poco prima della foce, il fiume compie ancora una piccola ansa attorno ad una collinetta: Cozzo del Monaco.

Guardandola dalla strada e notando tutte le discariche abusive intorno a questo piccolo colle, ci sfugirebbe del tutto la sua importanza archeologica.

Da lontano si vedono già i resti di un'antica masseria abbandonata. Il colle è importante per gli studi sulla preistoria siciliana. Lungo i suoi fianche si trovano infatti delle tombe a "grotticella artificiale" della media età del bronzo. Alcune di queste tombe sono a "pseudotholos", hanno cioè una volta a cuspide anzichè piana. Oltre ai reperti locali, le ricerche archeologiche hanno trovato reperti di origine micenea, dimostrando i rapporti commerciali tra gli indigeni ed i Micenei.

Sul cozzo probabilmente insisteva il villaggio dell'età del bronzo e un'ancora più antico villaggio neolitico. La pietra è solcata da svariate fenditure e fori di cui risulta difficile dare una datazione.

Uno degli elementi più interessanti è però la cosiddetta Catacomba del Molinello, scavata subito al di sotto della masseria.

La piccola apertura che da all'esterno non farebbe supporre la catacomba -di tutto rispetto- che si incontra entrando dal varco.

Decine e decine di tombe disposte in arcosoli o sotto il pavimento stesso o lungo i fianchi delle diverse gallerie che compongono la catacomba. Alcune tombe risultano parzialmente monumentalizzate con un baldacchino e, in alcuni punti si vedono ancora rientranze e nicchie che probabilmente servivano per candele e torce.

Nel tetto della catacomba, due lunghi pozzi ci fanno pensare ad un precedente diverso utilizzo del luogo. Purtroppo non vi sono resti di affreschi o iscrizioni ma all'interno sono ancora visibili frammenti di ceramica e pezzi delle lastre tombali.

Insomma, una curiosa escursione fuori porta, in un luogo che non lascerebbe presagire una simile antichità

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