giovedì 21 febbraio 2008

Il "De Architectura" online in italiano

Scaricare gratuitamente con Google la famosa opera di Vitruvio

Con ogni probabilità Marco Vitruvio Pollione è il più famoso tra gli architetti dell'antica Roma. Non tanto per le sue realizzazioni quanto per la sua opera letteraria, il De Architectura che ha attraversato i secoli giungendo fino a noi e dandoci un'importantissimo squarcio su quelli che
erano gli strumenti ed i metodi costruttivi degli antichi architetti romani
Vitruvio viene da sempre studiato nei corsi di architettura ed archeologia ed esistono tante versioni della sua opera acquistabili in libreria.
Oggi, grazie a Google Books è invece possibile consultare l'opera in italiano o scaricarla in formato pdf sul proprio computer in maniera del tutto legale.
Come saprete i copyright sulle produzioni letterarie scadono per la legge italiana settant'anni dopo la morte dell'autore. Grazie alla collaborazione con diverse biblioteche nel mondo, Google Books sta provvedendo a scansionare e a mettere a disposizione gratuitamente su internet opere i cui diritti sono ormai decaduti. La versione scansionata in questo caso è come detto il De Architectura nella versione curata nel 1802 da Baldassarre Orsini e conservata presso la biblioteca dell'università del Michigan.
Possiamo scegliere se leggere direttamente online il testo da questa pagina oppure se vogliamo scaricarlo in pdf per leggerlo comodamente offline o per stamparlo.
Per vedere la scheda generale sull'opera si può utilizzare questo link mentre per il download occorre cliccare qui.

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Vettorializzare in archeologia

Come risparmiare tempo e soldi con Wintopo


La digitalizzazione, ovvero il passaggio su file, dei dati di scavo archeologico è oggi una pratica sempre più frequente in archeologia. In questi ultimi anni una serie di pratiche diverse stanno prendendo piede per il disegno 2d e 3d, per l'inserimento dei dati in database, per la georeferenziazione e l'utilizzo dei gis ed infine per la vettorializzazione di piante e disegni di scavo. In realtà archeologia e computer hanno avuto e continuano ad avere un approccio reciproco abbastanza guardingo, ecco perchè non esistono ancora standard ufficiali e molto è lasciato alle scelte, al buon senso o al budget di chi opera sul campo.

Ma scendiamo nello specifico: la vettorializzazione. Piante e sezioni costituiscono una parte importantissima della documentazione di scavo. Oggi è sempre più in uso la pratica di digitalizzare tali dati per poterne fare un uso più ampio, per poterle elaborare (ed anche per poter fare facilmente un grande numero di copie).

Digitalizzare una pianta essenzialmente vuol dire passarla allo scanner in modo da ottenerne un file immagine. Per file immagine intendiamo uno dei tanti formati di cui ogni giorno si sente parlare: tif, jpg, bmp ecc.
Questo tipo di immagini si chiamano anche raster e sono costituite da un certo numero di "pixel" (ovvero di puntini accesi di un determinato colore). Il numero di puntini/pixel che compongono un'immagine è pari alla sua risoluzione, ad esempio 1024 x 768 ecc.
Provate a caricare un'immagine qualsiasi in un qualsiasi programma per la visione di immagini (anche quello di Windows va bene), ingrandite, ingrandite... fin quando vedrete l'immagine sgranata, con dei quadratini, quelli sono i pixel.
Per piante e sezioni questo tipo di immagini non sono comodissime in quanto possono essere elaborate e modificate solo con molta difficoltà. Per tali tipo di dati è utile usare delle immagini chiamate vettoriali in quanto composte non da puntini/pixel bensì da "vettori" ovvero linee, poligoni, archi. Queste immagini sono ricostruite con funzioni matematiche e quindi possiamo ingrandire e rimpicciolire l'immagine a piacere senza che questa si sgrani.
Questo tipo di immagini sono le più comode in quanto permettono di essere caricate e rielaborate ad esempio in programmi CAD (Computer Aided Design).


Come fare allora ad ottenere la vettorializzazione di una pianta di scavo ?


In linea di principio le operazioni sono queste:
  1. Si prende la tavola originale e la si scansiona ottenendo un file di immagine o raster (in formato tif, jpg, bmp)

  2. Si lancia un programma cad o per grafica vettoriale caricando questa immagine raster come sfondo (il più noto cad commerciale è Autocad mentre per la grafica vettoriale tra i più famosi abbiamo Corel Draw).

  3. Una volta messo lo sfondo si "ricalca" il disegno utilizzando i vari strumenti polilinea del software

  4. Si elimina l'immagine raster ed ecco il nostro bel file in formato vettoriale

In molti casi questa operazione può divenire lunga e noiosa. Come aiutarci allora ?
Esistono dei programmi di vettorializzazione automatica che, fortunatamente, in molti casi possono venirci in aiuto. Di seguito si propone uno dei più semplici da utilizzare che ha anche il vantaggio di essere freeware ovvero scaricabile ed utilizzabile gratuitamente (chi ne desiderasse una versione più completa può invece acquistare la versione PRO).
Il programma si chiama Wintopo ed offre diverse opzioni.
E' scaricabile, come detto gratuitamente dal sito http://www.wintopo.com/

Proviamo a rifare la nostra operazione di vettorializzazione ma risparmiamo un sacco di tempo:


  1. Lanciamo Wintopo

  2. Carichiamo la nostra immagine raster

  3. Clicchiamo su One Touch Vectorisation ed il gioco è fatto: abbiamo il nostro bel file vettoriale salvabile tra l'altro nel formato dxf di Autocad.




Il software è freeware per cui è completamente funzionale e non ha limiti o scadenze temporali. Vari parametri sono impostabili per regolare al meglio la vettorializzazione: provare per credere.

lunedì 18 febbraio 2008

Casmene

Un avamposto greco in territorio siculo

Nell'entroterra siracusano, a poca distanza da Monte Lauro, il punto più altro della provincia, si trova Monte Casale, un monticello di forma tronco-conica di poco più di 800 m di altezza.
L'archeologo Paolo Orsi ben descrisse l'inospitalità del luogo con le sue "bufere di neve invernali" ed il suo "caldo torrido" estivo. Nonostante ciò i Greci che fondarono Siracusa decisero di impiantarvi una propria subcolonia.
Oggi, l'area archeologica di Monte Casale viene comunemente identificata con Casmene, l'antica Kasmenai greca.
Poco sappiamo di questo centro, altrettanto poco del sito archeologico ancora largamente da scavare.
Era un avamposto preminentemente militare, costruito nell'entroterra come un cuneo nel territorio degli indigeni siculi. Chi si recherà sul posto, guardandosi intorno, se ne potrà rendere conto in prima persona. Un altipiano con delle ripide salite, difficili da scalare per degli assalitori. Una posizione altamente strategica in quanto poteva coprire alle spalle Siracusa e la sua subcolonia Akrai e perchè da li si vedevano "a vista" i centri siculi localizzati intorno ad Ibla, l'odierna Ragusa. Anche Camerina e Gela potevano essere raggiunte da qui attraverso una strada interna. Quasi nulla si sa della storia di questo centro. Nato intorno alla metà dell'VII secolo a.C., non si conosce la data del suo abbandono.
Diverse campagne di scavo archeologico ne hanno messo in luce l'impianto urbano.
L'intero altipiano (circa 1,2 x 0,4 Km) era circondato da mura ciclopiche in pietra lavica, probabilmente con numerose torrette di difesa. Ad oggi è stato identificato un solo edifico pubblico: un allungatissimo tempio. La quantità di armi ritrovate nel deposito votivo, unito al carattere militare della colonia, hanno fatto pensare ad un tempio dedicato ad una divinità guerriera, ad esempio Ares.
L'impianto urbano è solcato da numerosissime strade, "stenopoi" in senso nord-sud. Di contro non sono stati individuati grandi allineamenti stradali in senso ortogonale est-ovest come era tipico delle città greche. Alcuni studiosi hanno voluto vedervi un ulteriore caratteristica difensiva che avrebbe messo in difficoltà il nemico nel percorrere la città nel caso in cui fosse riuscito a scavalcare le mura.
Oggi il sito è purtroppo in completo stato di abbandono, neanche un cartello ad indicarne il luogo. La posizione "fuori mano" ed i pochi resti monumentali lo rendono purtroppo poco appetibile per il turismo.
Un simile luogo di storia meriterebbe però ben altra sorte con ulteriori studi per meglio capire la struttura di questo luogo mai più abitato dopo l'epoca greca e magari con dei percorsi e delle iniziative che in qualche modo lo valorizzino. Hermes archeologia & turismo, su richiesta organizza escursioni per riscoprire e conoscere questo antico luogo.

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