Un avamposto greco in territorio siculo
Nell'entroterra siracusano, a poca distanza da Monte Lauro, il punto più altro della provincia, si trova Monte Casale, un monticello di forma tronco-conica di poco più di 800 m di altezza.
L'archeologo Paolo Orsi ben descrisse l'inospitalità del luogo con le sue "bufere di neve invernali" ed il suo "caldo torrido" estivo. Nonostante ciò i Greci che fondarono Siracusa decisero di impiantarvi una propria subcolonia.
Oggi, l'area archeologica di Monte Casale viene comunemente identificata con Casmene, l'antica Kasmenai greca.
Poco sappiamo di questo centro, altrettanto poco del sito archeologico ancora largamente da scavare.
Era un avamposto preminentemente militare, costruito nell'entroterra come un cuneo nel territorio degli indigeni siculi. Chi si recherà sul posto, guardandosi intorno, se ne potrà rendere conto in prima persona. Un altipiano con delle ripide salite, difficili da scalare per degli assalitori. Una posizione altamente strategica in quanto poteva coprire alle spalle Siracusa e la sua subcolonia Akrai e perchè da li si vedevano "a vista" i centri siculi localizzati intorno ad Ibla, l'odierna Ragusa. Anche Camerina e Gela potevano essere raggiunte da qui attraverso una strada interna. Quasi nulla si sa della storia di questo centro. Nato intorno alla metà dell'VII secolo a.C., non si conosce la data del suo abbandono.
Diverse campagne di scavo archeologico ne hanno messo in luce l'impianto urbano.
L'intero altipiano (circa 1,2 x 0,4 Km) era circondato da mura ciclopiche in pietra lavica, probabilmente con numerose torrette di difesa. Ad oggi è stato identificato un solo edifico pubblico: un allungatissimo tempio. La quantità di armi ritrovate nel deposito votivo, unito al carattere militare della colonia, hanno fatto pensare ad un tempio dedicato ad una divinità guerriera, ad esempio Ares.
L'impianto urbano è solcato da numerosissime strade, "stenopoi" in senso nord-sud. Di contro non sono stati individuati grandi allineamenti stradali in senso ortogonale est-ovest come era tipico delle città greche. Alcuni studiosi hanno voluto vedervi un ulteriore caratteristica difensiva che avrebbe messo in difficoltà il nemico nel percorrere la città nel caso in cui fosse riuscito a scavalcare le mura.
Oggi il sito è purtroppo in completo stato di abbandono, neanche un cartello ad indicarne il luogo. La posizione "fuori mano" ed i pochi resti monumentali lo rendono purtroppo poco appetibile per il turismo.
Un simile luogo di storia meriterebbe però ben altra sorte con ulteriori studi per meglio capire la struttura di questo luogo mai più abitato dopo l'epoca greca e magari con dei percorsi e delle iniziative che in qualche modo lo valorizzino. Hermes archeologia & turismo, su richiesta organizza escursioni per riscoprire e conoscere questo antico luogo.
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