Le nuove tariffe dell'assessorato ai beni culturali
E' da poco terminata la "settimana della cultura" durante la quale migliaia e migliaia di turisti hanno potuto visitare gratuitamente le meraviglie artistiche e storiche siciliane e ricevere colorati gadget (cartoline e segnalibri) dagli accattivanti slogan quali "La Sicilia è cultura" quando una novità tutt'altro che attesa si prospetta per i tanti amanti dell'archeologia e dei monumenti. L'assessorato regionale ai beni culturali della regione Sicilia ha infatti comunicato l'aumento delle tariffe di ingresso a numerosissimi siti archeologici dell'intera regione. A sfogliare rapidamente il lungo elenco viene da chiedersi se il prossimo appropriato slogan non potrebbe suonare ad esempio "La Sicilia è cultura ma la cultura si paga".
Intendiamoci, il patrimonio artistico siciliano è vastissimo e richiede enormi costi di gestione. Nessun amante dei beni culturali si aspetta che si tocchino livelli qualitativi quali quelli dei grandi musei britannici, ad esempio, dove è possibile entrare gratuitamente al British Museum o alla National Gallery. Ciò non toglie che nel momento in cui viene chiesta un'alta tariffa di ingresso, il visitatore si aspetta anche un alto livello di servizi. Non si può certo dire che le tariffe dei beni culturali siciliani fossero finora "popolari". Eppure ciò si traduce quasi ovunque in siti chiusi per mancanza di custodi o aperti a singhiozzo o monumenti pieni di erbacce in quanto mancano i fondi per l'ordinaria manutenzione. Se giusto qualche giorno fa i quotidiani regionali titolavano in prima pagina la situazione paradossale di siti archeologici come Selinunte e Segesta, dove i turisti a fronte di un alto biglietto di ingresso trovavano impalcature ed erbacce, oggi si decide di aumentare ulteriormente la tariffa d'ingresso senza peraltro risolvere i problemi. Agli amanti della cultura, a quelli che non vengono in Sicilia solo per il sole ed il mare non rimane altro allora che mettere rassegnatamente mano al salvadanaio. I siti più costosi (Valle dei Templi, Villa romana di Piazza Armerina e Parco Archeologico della Neapolis di Siracusa) costeranno 10 €. I siti archeologici di Segesta, Selinunte ed il teatro antico di Taormina, insieme ai maggiori musei archeologici isolani (Paolo Orsi di Siracusa, Salinas di Palermo e Agrigento) passano ad 8 €. Numerosi altri monumenti e musei minori, dal fascino e dall'interesse indiscutibile ma che andrebbero anche valorizzati e promossi tra il pubblico vedono la tariffa passare da 2 a 4 € o dall'ingresso gratuito a 2 €. Unica nota positiva è l'introduzione di una tariffa simbolica di 1 € per i residenti nella provincia del monumento.
La tabella completa delle variazioni sui biglietti di ingresso è disponibile sul sito dell'assessorato regionale ai beni culturali.
La si consideri una donazione per l'arte in Sicilia, allora, con la speranza che presto aree monumentali e zone archeologiche possano tornare a rifiorire con orari di apertura degni di una regione turistica e manutenzione e servizi che rendano giustizia al loro nome.
Nessun commento:
Posta un commento